| Capitolo VII Due diverse strade da seguire
-Ritorno dalla Strega-
Erano stati il Campione del Petalo Rosso e il Masnadiero di Hellequìn a tornare indietro da Grimilde, per consegnarle il cuore di Logan. Sul cammino che avrebbero percorso per tornare al castello – che poi era la stessa strada che avevano fatto per allontanarvisi – non avrebbero trovato alcun ostacolo, perché la strega li voleva al suo cospetto, intrepida ed ansiosa di poter osservare l’insanguinato cuore della sua dannata figlioccia, ormai morta. Per cui ripercorsero il vialetto, uscendo dal bosco e rientrarono nel castello. Questa volta, trovare la strada per la Sala del Trono, non gli fu affatto difficile, perché ogni volta che si avvicinavano ad un corridoio sbagliato, questo si chiudeva immediatamente con una barriera elettrica che, se toccata, li sbalzava all’indietro. Una volta raggiunto di nuovo il corridoio cieco con le tre porte, scelsero, ovviamente, ancora la porta con le rose gialle e vi entrarono, immergendosi di nuovo in quella stanza dall’architettura tetra e gotica. La porta dietro di loro, non si chiuse come in precedenza, ma rimase lì, dov’era. Questa volta, il trono davanti a loro era occupato da Grimilde che, nella sua veste nera e viola, sedeva elegantemente, con le gambe accavallate. Appena li vide entrare, un sorriso trionfante le dipinse le labbra incredibilmente rosse, mentre gli occhi si accendevano di una scintilla eccitata. Allargò le braccia, invitandoli ad avvicinarsi. - Miei cari, siete tornati più presto di quanto mi aspettassi.- Proferì con tono mellifluo, alzandosi con un movimento fluido e scendendo il gradino, per avvicinarsi ai due. Piegò poi il viso su di un lato, cercando di guardare oltre Leon e Micheal. -Siete solo voi? Che fine ha fatto il resto il gruppo?- Domandò poi, accigliata, ma sorrise subito dopo, allargando le belle labbra e mostrando la dentatura bianca e regolare. -Mi racconterete in seguito le vostre disavventure, ora, consegnatemi il cuore.- Ordinò, sibilando quasi le ultima parole, mentre allungava le mani e attendeva il cofanetto.
-Nel bosco-
Intanto, i tre che erano rimasti a proteggere Blanche si stavano avviando, assieme a lei, sempre di più nel fitto del bosco, tanto che, i rami degli alberi si chiudevano sopra di loro, intrecciandosi artisticamente e impedendo ai fiochi raggi di quel sole, che stava ormai tramontando, di passare e fare luce, lasciandoli ad un buio quasi completo. Fortunatamente, come Settembre aveva detto a Blanche, loro erano esseri magici, quindi, il ragazzo dagli occhi cremisi, aveva creato una consistente fiamma dalla propria mano e ora, illuminava il cammino. Camminavano il silenzio, Natsu davanti, Blanche e gli altri due dietro. C’era tranquillità, troppa tranquillità. Improvvisamente, il vento cominciò a soffiare così forte che, le fronde degli alberi presero a muoversi ritmicamente, ululando e frusciando spaventose. Fu il tempo di un secondo. Il tempo di distrarsi in quell’improvviso rumore e delle radici corsero veloci verso Blanche, le circondarono la vita e la portarono via, lontana, lasciando di lei solo un urlo terrorizzato. Poi, subito dopo, altre radici spuntarono da sotto terra e si intrecciarono velocemente alle gambe dei tre sciagurati, impedendogli di muovere anche un solo passo. In seguito, il piccolo gruppetto potè sentire un rumore strano, quasi un picchiettare veloce, come minuscoli piedini che correvano tutti intorno a loro. A migliaia. Subito seguito da un coretto sibilante. -Avete osato invadere il nostro territorio: la pagherete cara. Avete osato invadere il nostro territorio: la pagherete cara.- Continuavano a ripetere, mentre piccolo occhietti gialli –migliaia di occhietti gialli- facevano la loro comparsa al limitare degli alberi che li circondavano. Gli esserini che avanzarono, somigliavano a piccoli hobbit e tenevano tra le mani minuscole spadine, simili a stuzzicadenti, ma non proprio così fragili. Improvvisamente, con piccoli urletti, si scagliarono contro i tre sciagurati, cercando di colpirli e ferirli in ogni parte del loro corpo. Contro Natsu ne arrivarono cinque da davanti, che cercarono di colpirlo rispettivamente alle due gambe, alle due braccia e al torace, mentre uno da dietro cercava di ficcargli la piccola spada tra le scapole. Contro Settembre ne arrivarono tre da davanti, e miravano tutti e tre al suo petto, mentre altri due si scagliavano, dai lati, contro le sue braccia, cercando di ferirne i polsi. Contro Kanda ne arrivorono due dall’alto, che cercarono di bucargli le spalle, uno frontalmente, che mirò al collo e due ai lati che miravano alle gambe.
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