CONTEST SCRITTO: Scena di GDR di un unico post., Chiude il 09/09/2010

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view post Posted on 2/9/2010, 11:29
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I was born a loser, but I made myself a winner.-

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TIPO DI CONTEST: Scrittura.
OGGETTO: Scena di GDR di un unico post.
DESCRIZIONE: Traccia da seguire: scegliete un luogo qualsiasi di Canterville, tra le varie sezioni, e fate una ruolata autoconclusiva che vede il vostro personaggio protagonista; potrete coinvolgere anche pg altrui.
EVENTUALI DRITTE DA SEGUIRE: Nessuno. Le valutazioni verranno fatte dando un voto a: grammatica; stile; originalità; attinenza con il contesto e con il proprio personaggio.



Gettoni Esperienza:
1 Classificato: 70
2 Classificato: 50
3 Classificato: 30



Ricordo che entro la data di scadenza delle iscrizioni dovranno essere postati anche i lavori!



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Betrayer91
view post Posted on 9/9/2010, 11:05




M'iscrivo

il luogo è: i pressi di Astrid Town

Diario di The Spot, 04/07/2010

Paesaggi indistinti davanti a me, un susseguirsi d'immagini e luoghi sconosciuti davanti ai miei occhi.
Canterville. Solo da poco ho sentito nominare questo luogo. Mai sentito in precedenza.
Nella mia mente tuonano ancora i ricordi della mia vecchia città ma ad ogni chilometro percorso sembrano perdere un tono diventando sempre più flebili. Ma quanto può diventare indistinto l'urlo di una città persa nella sua stessa sporcizia?
Canterville. Da quella sera l'ho scoperta; culla delle mostruosità che vedo sempre più aggirarsi nelle strade, nelle piazze e nei vicoli bui delle città.
Non ho idea di cosa siano, nè mi è ben chiaro il loro scopo ma l'unica certezza è questa: devono essere eliminati. Tutti. Indistintamente.
Mi si potrebbe accusare di razzismo, di fare di tutta l'erba un fascio...lo so che succederà, già in precedenza sono stato accusato da falsi moralisti e perbenisti da quattro soldi. Ma la mia domanda che lascio a chiunque leggerà questo diario è la seguente: chi sono loro?
Una domanda semplice nella sua formulazione ma per menti attente che spero leggeranno questo diario ha dei risvolti complessi nella possibile risposta.
Loro sono quanto più di crudele ha mai creato l'umanità, bestie con pelle da uomo.
Loro sono ombre che uccidono con la stessa freddezza del più crudele serial killer.
Loro sono il male.
Pensare il contrario è da stupidi. Loro sono il riflesso della parte più segreta dell'umanità...la parte egoista e crudele.
Immagino che ora un lettore che mi conosce un pò di più mi porgerà questa domanda: in cosa sei differente tu? Anche tu usi la violenza e uccidi.
Ciò che differenzia un uomo dall'altro non è il mezzo ma il fine.
La violenza è intrinseca nell'umanità, andare contro alla natura porta soltanto all'autodistruzione, ma il fine per cui è usata differenzia l'uomo dal mostro.
Rumore di freni. Il treno si sta fermando.
Nessuna stazione di fronte ai finestrini. Subito si insinua in me un orribile sospetto confermato da un colpo di pistola che rimbomba dall'esterno.
Passa poco tempo prima che due persone armate di fucile entrino nel mio vagone puntando le loro armi contro i passeggeri.
Uomini disperati. Non hanno nulla da perdere. Uno di loro ha una telecamera.
Allora capisco che quelli non sono rapinatori. Sono esaltati, fanatici religiosi o qualcosa di simile.
Rimango in silenzio seduto al mio posto mentre loro passano fra i passeggeri intimandogli di non fare scherzi e di alzarsi in piedi.
Uno di loro mi nota, e subito si mette davanti a me puntandomi il fucile. Il suo dito è a malapena appoggiato al grilletto. Un errore da principianti.
Appena si gira verso il suo compagno per chiedere assistenza io scatto. Col braccio sinistro colpisco da sotto la canna del fucile che spara sul soffitto, col pugno dell'altra mano lo colpisco in mezzo ai suoi..."preziosi".
Lascia cadere il fucile a terra, sento il suo compagno imbracciare la sua arma, mi butto istintivamente a terra mentre il colpo sbriciola il sedile dove ero seduto prima facendo partire batuffoli d'imbottitura tutto intorno a me.
Tiro fuori il mio coltello da caccia e subito mi alzo in piedi lanciandolo contro l'uomo.
Colpo secco e preciso al collo, il sangue scorre lentamente lungo la lama mentre il terrorista lancia urli muti, lentamente si accascia...e muore.
Prendo il fucile caduto a terra e lo punto all'altro terrorista ancora agonizzante a terra. Un solo colpo e una vita spezzata.
Le persone sul vagone urlano, i bambini sono inorriditi dallo spettacolo, io so che non è ancora finita.
Mi dirigo verso la porta per passare alla prossima carrozza, in lontananza sento dei passi che si dirigono da questa parte.
Sembrano essere tre persone ma potrebbero essere anche di più...troppo rischioso affrontarli a faccia aperta. Noto la porta del bagno e un'idea si fa chiara nella mia mente.
Vedo i tre terroristi avvicinarsi a me, carico il fucile e sparo un colpo. Uno di loro si accascia a terra tenendosi il petto sanguinante gli altri due rispondono al fuoco. Mi mancano. Una pioggia di vetri rotti mi colpisce, subito mi rintano nel mio nascondiglio mentre loro si avvicinano al punto dove ho sparato.
Li osservo, notano la porta leggermente aperta del bagno, il mio cuore si ferma per la tensione, uno di loro punta il fucile verso la porta mentre l'altro afferra la maniglia.
La porta si spalanca ed un colpo parte. Parte un urlo agghiacciante. Quello che aveva aperto la porta si mette le mani sugli occhi urlando mentre l'altro tossisce per il terribile puzzo di ammoniaca che ha invaso il corridoio che connette i due vagoni.
Idioti, troppo frettolosi, esco dal vano usato per ripporre gli utensili per pulire e sparo un colpo di fucile al terrorista che stava tossendo.
Un colpo alla testa....una morte rapida.
Prendo per il colletto della giacca l'altro che stava ancora agonizzante a terra:

*Quanti siete?*

chiedo freddo, lui si guarda intorno senza capire bene, l'ammoniaca probabilmente cadendogli addosso l'ha reso cieco:

*Rispondi!*

il mio tono è duro e spazientito, non ho tempo da perdere con una feccia come quella.
Lui terrorizzato mi spiega come si sono organizzati, due persone per vagone più loro che facevano da ronda. Lo congedo spaccandogli l'osso del collo e procedo.
Non mi ci vuole molto per cogliere di sorpresa il resto del suo gruppo, dilettanti allo sbaraglio rassicurati dietro i loro fucili.
Rimane soltanto il loro capo con qualche sgherro nella cabina di controllo, accorgendosi della perdita di segnale da parte delle altre carrozze si era barricato all'interno della sala di guida prendendo qualche donna come ostaggio...tattica da codardo ma sempre efficace.
Ad un certo punto la porta che mi separa dagli ultimi terroristi si apre, come un invito ad entrare. L'abitacolo è buio ed un forte odore metallico lo invade, sento qualcosa di viscido sotto il mio scarpone...non serve molto intuito per capire di cosa si tratta...sangue.
Come un flash capisco che cosa succede, ricordo il vicolo della mia città, la bestia china sul corpo della ragazza, il ghigno e...il sangue.

*Ti aspettavo*

Una voce affilata come una lama mi perfora l'animo...la mente dietro questo assalto era come loro...un vampiro.

*Dove sono gli ostaggi?*

*Non riesci ad immaginarlo, sciocca creatura?*

Solo allora vedo i corpi a terra, le donne con stampato in viso l'espressione terrorizzata e lo sguardo spento, gli ultimi terroristi a terra con la gola squarciata.

*Sai non pensavo che un progetto ideato per mesi venisse fermato da un'idiota in maschera...ma penso che dopotutto tolto te il progetto possa andare avanti*

*Qual'è il tuo fine?*

chiedo a bruciapelo mentre lentamente estraggo la pistola.

*La paura...*

risponde con un ghigno malefico, parandosi davanti a me. Grosso, alto almeno due metri se non di più, senza nulla di umano, con una chiostra di denti affilati nella bocca ancora rossa di sangue.

*La paura è il mezzo più forte di questo mondo e presto voi luride larve di carne e sangue non sarete altro che un mero ed effimero nutrimento per la Rosa Rubiconda*

La Rosa Rubiconda? Non ho idea di cosa sia, un'organizzazione di qualche genere forse, ma questo nome non rievoca nulla in me.
Lui mi afferra per le spalle sbattendomi contro il pannello di controllo. L'impatto mi toglie quasi il fiato, è fortissimo, al di sopra delle mie capacità.
Alza una delle sue mani artigliate e cerca di sfondarmi il cranio, mi scrollò di scatto evitando il colpo che sfonda il pannello di controllo. Una pioggia di scintille ci avvolge. Lui stringe le sue mani intorno al mio collo, la stretta è ferrea e il mio fiato sempre di meno.

*Vedi? Siamo superiori a voi in tutto. Questi umani che mi portavo dietro sono la prova della vostra inferiorità. La vostra utilità entra solo nel campo del nutrimento. Guardati. Sei indifeso ora. Che cos'hai per salvarti?*

mi urla in faccia fuori di sè per l'eccitazione, solo allora guardando il pannello di controllo sfondato so cosa fare.

*Che cos'hai?*

ripete furioso, il mio solo rammarico è che con la maschera non ha potuto vedere il mio sorriso:

*Le tue mani. Una mia idea*

mormoro mentre con le mani libere prendo un cavo elettrico dal pannello di controllo posandoglielo sul braccio, subito lui stacca la presa dal mio collo mentre le scariche d'alta tensione lo percorrono.
Grida in preda al dolore, fino a che le ural non diventano un ruggito grottesco, come quello di un animale abbattuto, poi cade a terra scomponendosi lentamente in bianca cenere.
Poco dopo arrivano le forze dell'ordine ma io sono già lontano.
In lontanaza vedo le luci di una città chiamata Astrid Town e prima di chiudere questo mio rapporto chiedo lascio al lettore una riflessione irrisolta anche per me...quando muore la morale umana?
 
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view post Posted on 18/9/2010, 12:26
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